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domenica 1 maggio 2011

La signorina del call center 5

V° Capitolo

Se ti perdi, e vado a: “Chi l’ha visto?” che gli dico alla Sciarelli: di trovarmi Vittorio che abita dalle parti della chiesa della Resurrezione?

- Perché verresti a cercarmi?

- Può darsi… forse si, se sapessi chi cercare?

- A parte che so che tu stai scherzando, perché sui vostri computer avete tutti i dati che ti occorrono e forse anche di più… Mi sai dire a cosa serve un cognome se non sei un pretendente al trono o non ti chiami Agnelli o Rockefeller? Se sei una pecora serve soltanto per dare un nome ad altre pecore che tu metterai al mondo ed unirai alle greggi di pecore che pascolano per il mondo sotto la sorveglianza di pastori agli ordini dei suddetti signori; ma difficilmente una pecora in queste condizioni diventerà mai leone!

- Sei politicizzato? Appartieni forse a quei gruppi che s’intrufolano nelle manifestazioni pacifiche e fanno succedere il finimondo incendiando macchine e rompendo vetrine?

- No, sono uno che quando vede le cose storte fa girare i neuroni del cervello e vorrebbe scassare tutto, ma invece, forse per pigrizia, si chiude in casa a rimuginare… e aspetta solo che il telefono squilla.

- Fra il pensare e il fare il passo è breve!

- Fra il pensare e il fare c’è di mezzo il mare!

- E la polizia che ti riempie di manganellate!

- Anche.

- Sei un mandante allora?

- Il mandante dice: “Armatevi e andate!” Io al massimo potrei dire: Armiamoci…e andate!”, mentre in realtà lo penso soltanto, ma non mando e non armo nessuno e non mi muovo da casa neanche a cannonate!

- Siamo sconfinati in un mondo che non è mio. Io sinceramente se da pecora diventassi leone, mi troverei a disagio.

- Non ti angosciare, ti abitueresti subito ad essere leone e mangeresti anche tu le pecorelle. Per il resto non prenderti inutili preoccupazioni che non mi perdo: starò attaccato alla tua gonnella come un bambino a quella della mamma. L’unica preoccupazione mia è che mi perdo in te e poi domani faccio la fine di quelli che tornano dalle crociere Costa.

- Vittorio, tu sei troppo romantico, rifuggi la realtà. Tu vivi come se bastasse l’amore e una capanna, ma senza volerti deludere, devi sapere che ora le ragazze non s’accontentano più della capanna, ma vogliono al minimo un appartamento ben arredato, con tutti i comfort che giornali e televisioni ci schiaffano in faccia dalla mattina alla sera. Adesso vanno di moda i calciatori, ma sono merce rara e solo per poche stronze che scimmiottano in televisione o fanno i calendari con tutte quelle cose rifatte messe in vetrina.
Le ragazze come me, vogliono per prima cosa la sicurezza. Dal punto di vista fisico cercano un uomo che le sappia proteggere. Da quello economico si accontentano della minimizzazione della sicurezza. Gli basta vestirsi, poter andar ogni tanto dal parrucchiere, ed arrivare a fine mese senza avere creditori sul collo.

- E l’amore? Con l’amore è vero che non ci paghi le bollette, ma se hai i soldi per pagare le bollette ma non hai l’amore mi sai dire come vivi? perché vivi?

- Se tu domandassi a mia madre cosa rappresenta per lei l’amore; lei probabilmente ti manderebbe a fare in culo, ma ammettendo che ti rispondesse, sicuramente ti direbbe che lei non lo sa. Se poi gli andresti a fare domande sul sesso: forse ti sparerebbe con il fucile da caccia di mio padre, ma ammettiamo che anche in questo caso lei ti rispondesse, ti direbbe che lei ha avuto dei figli ma non sa nemmeno come ha fatto a farli.

- Anche a lei tua nonna aveva messo nel corredo la camicia della prima notte con un ricamo ben in vista sul petto: “Non lo faccio per la gioia mia, ma per dare un figlio a Dio?”

- Non lo so se avesse questa camicia nel suo corredo, perché io non l’ho mai vista, però sono sicura che lo avesse scritto a chiare lettere dentro di se.
Le donne stavano alla mercé degli uomini e subivano quegli attacchi come statue mute. Era il marito a decidere il come, il quando e il dove.

- Con questo che vorresti dire: che ti piacerebbe fare la stessa vita di tua madre? Ora le donne lavorano ed economicamente sono non dipendenti dal marito, come erano tua madre e la mia, che dovevano sopportare qualsiasi cosa se no se ne dovevano tornare dalla mamma con una mano davanti e un’altra di dietro, con attaccata un’etichetta che le faceva diventare lo zimbello del paese.

- Neanche lontanamente! Volevo solo dire che possono stare assieme più due persone fatte incontrare da chissà chi, ma con un minimo per sopravvivere, che due persone che si amano pazzamente ma non hanno il becco di un quattrino.

- Eleonora, prima erano altri tempi. Come dicevamo dianzi, le ragazze erano sottomesse agli uomini e la sola cosa che i genitori gli inculcavano, era che appena fatte grandicelle dovevano trovare, non un uomo d’amare, ma un “buon partito”, altrimenti ci avrebbero pensato loro a trovarglielo. Non c’era ancora il divorzio, ma con la mentalità di allora sarebbe stata la stessa cosa. Prima, quando una coppia trovava delle difficoltà, andava a chiedere consiglio al prete; ora appena due persone sono in disaccordo, si rivolgono all’avvocato… Eleonora, ti guardo, e più ti guardo, più sento che non potrò fare a meno di te…

- Adesso inizi di nuovo con questa cantilena delle Crociere Costa? Parliamo d’altro. Parliamo un po’ di politica che è una cosa fredda, così ti distrai: parliamo di questo governo per esempio. Ti piace il presidente del consiglio Berlusconi? Lo vedresti tu come futuro Presidente della Repubblica?

- Eleonora, hai detto la cosa più brutta che le mie orecchie potessero ascoltare. Passi dal mio attaccamento a te, a quel Map… che se solo lo sento nominare, mi sale il sangue alla testa?

- Cosa nasconde quel Map?

- In napoletano sarebbe “Mappino” ma siglato sta per: Megalomane, Antipatico e Presuntuoso, come nessuno al mondo: “Va bene che tu sei Siciliana ed i Siciliani votano tutti per lui!” Riguardo a B. Presidente della Repubblica, se ciò malauguratamente dovesse accadere, chiederei asilo politico ad un’altra nazione… anche africana!

- Non pensi che forse sarebbe l’unico modo per indurlo al silenzio?

- Quello solo da morto starà zitto: forse! Dai suoi accoliti, si farà fare una legge ad personam e parlerà solo lui, come Presidente della Repubblica, andando in giro per il mondo a raccontare barzellette e dire fregnacce!

- Esagerato! Esasperi ogni cosa. Io sono Siciliana e mi vanto di esserlo, ma anch’io quell’essere non lo vorrei neanche per pulce nella camicia…

- Bravissima! Meriteresti un bacio per le ultime parole che la tua splendida bocca voluttuosa ha pronunciato.

- Perché vuoi derubarmi, procrastinando quello che dici di meritarmi?

- Perché ho paura di te!

- Paura di me? ma non farmi ridere: io, sono una gazzella nelle fauci del leone! Su un manifesto elettorale del PD, ho letto questa frase che non riuscivo a decifrare:
"Bisogna avere l'orgoglio di non aver paura di avere coraggio."

- Valli a capire a questi stronzi... meglio se parliamo come noi. Allora io leone e tu gazzella? Avessi magari la criniera? Se ti fai passare davanti agli occhi, il film del momento dell’incontro, vedrai che sono io che sono partito con un handicap?

- E’ questo che ti fa paura?

- Sì, ho paura dei tuoi occhi che mi guardano senza lasciare nessun segno; ho paura che mi scrutino e s’accorgono che sono vecchio; ho paura della tua bocca che mi parla ma non mi dice le parole che vorrei sentire; ho paura che domani tornando a casa ricomincerò a guardare quel telefono che non squilla: “senza avere neanche il conforto di poter sperare nell’aiuto di una signorina della Telecom.” Ho paura…

- L’hai studiata bene la lezione, così incominci di nuovo la storiella con qualche mia collega che ci casca come ci sono cascata io? Ma io domani ti telefono, stanne certo: ormai non ti libererai più di me. Credevi di passare una serata in dolce compagnia e dopo il…dolce, e forse una nottata in una camera di un Motel la cosa sarebbe finita lì, ma con me hai fatto Top di faccia… A proposito, hai pensato a dove andrai a dormire stanotte? Se per caso hai pensato a casa mia, sei fuori strada: anche se mi giurassi che staresti buono buono sul divano.

- E’ una possibilità che ho escluso nell’istante che ho iniziato a conoscerti.

- Ci avevi pensato allora? Anche tu hai fantasticato su quest’incontro?

- Non lo nego, ma le mie fantasticherie erano tutte condite di paure. Ma non ti preoccupare per me, posso sempre andare in albergo, o tornarmene a casa con l’auto. Ma poi chi ti dice che l’alba non ci trovi ancora insieme? Volendo potremmo passare insieme anche la giornata di domani?

- Come corri! Non ti avevo detto soltanto: “venga a prendere un caffè da noi?” Vittorio, mi piacerebbe tanto, ma io ho bisogno di dormire, perché domani devo andare a lavorare… meno male che ho il turno pomeridiano!

- Non hai giornate di ferie?

- Si, ma le ferie devono essere concordate con i superiori… e poi le ferie me le voglio godere d’estate sotto il cielo della Sicilia e non buttarle via per far piacere al primo arrivato! Poi cosa facciamo: stiamo svegli giorno e notte…visto che casa mia è off limits?

- Va bene così per il momento, visto che sono stato invitato soltanto a prendere un caffè. Vorrei farti un discorso serio ma ho paura di iniziarlo in questo momento perché suonerebbe come un tentativo di corromperti.

- E’ una serata che ti sto pregando di fare la persona seria ed ora che vuoi farlo ti fermi? Dai, butta fuori, tanto l’escludo a priori che tu riesca a corrompermi.

- Parlando dell’alloggio, mi è passato per la mente che potrei vendere un paio di appartamentini a Napoli e comprarne uno più grande a Roma… e mi trasferirei.

- Potrebbe essere una buona idea, ma per quale motivo lo faresti?

- Per starti vicino… a meno che tu stasera non mi mandi via con un calcio nel culo.

- Come è carino lui… vuole starmi vicino vicino… Sembra proprio un discorso fatto per corrompermi, ma nonostante ciò, pur credendo alla tua buona fede, penso che sia troppo presto per prendere una decisione così importante… ma se ti fa piacere posso anticiparti che questa sera non avrai un calcio nel culo.

- Visto che a Roma non hai nessuno che ti blocca, potresti pure optare di farti trasferire a Napoli?

- E perché non direttamente nel tuo letto? Visto che da quando ho potuto capire, il tuo intento è solo questo?

- Eleonora, era una dichiarazione d’amore vera e propria e tu me l’hai buttata… a puttane!

- Ecco, proprio quello che intendevo io.

- Eleonora, non essere sempre così malignamente sospettosa. Potresti magari provare: io non ti chiedo nessuna caparra.

- Senza caparra, forse si potrebbe anche tentare. Prendiamoci qualche giorno per pensarci: adesso siamo in fregola.

- Ora, dopo le parole che mi hai detto, ho riacquistato l’audacia che credevo di aver smarrito. Eleonora… il leone vorrebbe mordicchiare la gazzella.

- Non hai testé detto: “senza caparra?”

- Quella che voglio adesso non è caparra, ma è solo un piccolo anticipo sul compromesso.

- Ok. “vediamo questo stupido dove vuole arrivare!” La gazzella acconsente, basta che il leone non si faccia prendere dalla fame e fa della gazzella un sol boccone.

- Signori, servo il dolce?

- Grazie Ugo: dolce e caffè.

- La millefoglie va bene?

- Ugo, porta quello che vuoi… basta che te ne vai: Hai scelto un brutto momento!

- Ok. ok. sparisco subito!

- Perché tratti male quel poverino?

- Lui mi ha capito: difatti mi ha fatto un sorriso quando l’ho mandato a fare in culo.

- Chissà cosa avrà capito?

- Avrà capito che dava fastidio, cos’altro poteva capire?…
Eleonora, mai avrei potuto immaginare che le tue labbra potessero trasmettermi un’emozione così grande. Non speravo più, di provare alla mia età questo turbamento: sembra quasi come fosse il primo bacio…

- Prova con il secondo: può darsi che ti serva da antidoto e ti senti meglio?

- Questa volta non me lo farò ripetere due volte…
Eleonora, sei dolcissima… sei come una cassata Siciliana.
Quando t’abbraccio sento i tuoi seni che spingono e m’invitano a spingere e abbracciarti ancora più forte… come se volessi entrare dentro di te…

- Vacci piano giovanotto: Dentro di me non si entra così facilmente… neanche conoscendo la password.

- Era solo una metafora?

- Allora va bene. Io mi sentivo strozzare e tu volevi stringere ancora più forte?. Hai una forza nelle braccia incredibile… però non mi vergogno di dirti che mi piaceva essere stretta come da un serpente Boa nella tua morsa e a costo di morire, mai avrei chiesto aiuto. Mi sento il cuore in fiamme, altro che cassata siciliana… Fermiamoci per cortesia e torniamo buoni buoni ognuno al suo posto.

- Ugo, quando ti fa comodo puoi servire quanto ordinato.

- Ecco il dolce e il caffè, e scusate la mia invadenza.

- Ugo, se il mio comportamento precedente ti ha offeso, ti chiedo umilmente scusa.

- Lavoro da anni in questo posto e ne ho viste di belle, perciò ci sono abituato signore e non mi offendo nemmeno se mi cacciate a pedate… Vi consiglierei di mangiarlo adesso, prima che si raffreddi tutto.

- Grazie per il consiglio: ubbidiremo!

- Eleonora, in un film ho visto una scena, che quando due fidanzati si baciavano, se lei aveva la visione di due locomotive che si scontravano a tutta velocità, era segno che aveva incontrato l’uomo giusto. Io dicevo che era una cosa impossibile, finora, ma non ridere se ti dico che le ho viste e sentite anch’io quelle locomotive.

- Erano elettriche o a vapore?

- A vapore. Perché fa differenza?

- No, perché c’ero io in quel treno: sentivo lo sbuffo di vapore uscirmi dalle orecchie, e a quell’urto mi sono sentita sballonzolare in tutte le direzioni. Credevo di morire…

- Parli sul serio o mi stai prendendo in giro?

- Mai stata così seria!

- Eleonora, io ti amo…

- Boom. Stavolta l’hai sparata grossa. Stai facendo una cosa che generalmente fanno gli innamorati e credi di essere innamorato. Mi hai dato solo qualche bacio, perciò in questo momento parlerei più di desiderio che di amore. L’amore è tutta un’altra cosa, deve nascere dal di dentro, deve torcerti le budella, deve farti soffrire, deve…

- Eleonora, non voglio esagerare che ti amo dalla prima volta che ho sentito la tua voce, ma dopo quella prima telefonata ti ho pensato spesso: dalla seconda telefonata in poi ti ho pensato sempre. Poi quando ti ho vista, e mi sei piaciuta, ho tirato la somma e come totale sul display dei miei occhi perduti nei tuoi, è uscito: “Io ti amo.”
Eleonora, alla mia età uno se ne accorge se è innamorato, perché dentro ti senti come un calciatore che ha segnato il goal della vittoria nell’ultimo minuto di recupero.

- Uno soltanto?

- Non scherzare Eleonora, sono io che sto parlando seriamente questa volta… Che dici se tiriamo un po’ le tendine del séparé?

- Questo sarebbe il tuo parlare serio? Ecco, questo è l’amore che senti per me: chiudere le tendine!

- Quella era la teoria, questa è la pratica, ma ambedue vanno a braccetto.

- Non è vero! I più grandi amori raccontati dalla storia, come quello di Laura con Petrarca o Dante con Beatrice, sono di gente che sospirava soltanto, ma non avevano mai avuto l’opportunità d’incontrarsi da soli dietro un séparé… Comunque, se tu vuoi, accostale solo un poco queste tendine professore: non mi va’ di mostrarmi agli occhi dei presenti quella che in realtà non sono!

- Eleonora, se ti guardi in giro, vedi che non c’è nessuno. Ognuno si è ritirato dietro la sua tendina e...

- Io non sono come le altre, però non sono neanche frigida, quindi non nego che in questo momento non mi dispiace di essere coccolata e baciata.

- Eleonora…ti giuro che da oggi in poi non aspetterò che tu mi chieda di baciarti: sarò sempre in anticipo.

- Vittorio… Vittorio… adesso perché le tue mani vanno frugando nel mio reggiseno? Vuoi farmi per caso una visita oncologica e andare in cerca di noduli? oppure vai in cerca di silicone? Non troveranno nulla… di rifatto. Le mie “cose” sono piccole ed originali!

- Nessuno lo metteva in dubbio. Ad occhio ho imparato a capire se sono artefatte e a calcolare più o meno la consistenza e la misura.

- Dottore indovino… E cosa ha capito e calcolato dalla visita in corso?

- Signorina, la visita è ancora in corso e non posso esprime giudizi. Aspetti il momento opportuno per rifarmi la domanda!

- Dottore… se ne avrò ancora la forza…

- Eleonora, ringrazio quel telefono che non squillava: non so come avrei fatto senza di te!

- Sei sempre esagerato nelle tue elucubrazioni. Dottore, ha finito la visita? Vuole sciogliere la prognosi e dirmi se è di suo gusto quello che ha trovato?

- Dopo un attento esame: che poi ripeterò perché non sono così sicuro dell’accertamento, posso dirle che sono di consistenza e della grandezza giusta per entrare per intere in una coppa di champagne.

- Dottore, non esageriamo adesso! Che fa: paragona le mie tette ad uova da bere? “Dentro una coppa di champagne.” Sei tu che pensi a queste stronzate mentre fai l’amore?

- Mi sarebbe piaciuto averlo detto io per primo, invece è stata una persona molto importante, di cui in questo momento non mi sovviene il nome. Lui ha determinato che il più bel seno è quello che entra per intero in una coppa di champagne, e lo ha detto in un’epoca non sospetta, ovvero quando tutto era originale e non c’erano ancora le protesi di silicone che fanno sembrare i seni come bombe che stanno per scoppiare.

- Dopo fammi sapere se l’accertamento di riscontro ha dato esito positivo.

- Giusto Eleonora. Te lo dirò dopo: se continuiamo a parlare: come faccio a baciarti?

- Fa piano, non vorrei uscire dal locale con la camicetta rotta…

- Non ti preoccupare, ho le mani che si adattano al momento: dure come l’acciaio e delicate come cristalli di neve. Sanno loro cosa cercare Eleonora, non sono io che le comando. Loro da sole già sanno quelle che debbono fare. Tu sei grande e dovresti sapere che un bacio è comprensivo di tutto. Tu riusciresti a baciare una persona con foga e restare con le braccia conserte? Non dirmi che non ti piace se le mie mani ti sfiorino i capezzoli?

- In questo preciso momento non nego, niente… ma tengo a precisarti che l’oncologo non fa queste manovre che fai tu! Ogni tuo bacio mi ha fatto ribollire il sangue nelle vene. Se misurassi la pressione in questo momento penso che arriverebbe a mille.

- Sei in buone mani, perché oltre ad oncologo, sono anche cardiologo, e sarò felice di fare una ecografia al tuo cuore, sperando di vedere comparire la mia immagine memorizzata.

- Corri troppo, professore… Ti prego, fammi prendere un po’ di fiato: sento come se in bocca avessi mille lingue che si attorcigliano. Sei un esperto tu vero? Eppure non si direbbe che sei un buon “Poliglotta?” Diceva bene mia madre: “Stai attenta all’erba cheta!” “L’uomo da lontano ti affumica e da vicino di scotta.” Chissà quante donne hai portato nei Motel e dietro ai séparé?

- Eleonora, con te è come se avessi iniziato stasera. Nessuna ragazza è paragonabile ad un’altra, ma sembra che questo non sia il momento più opportuno per filosofeggiare.

- Di cosa dovremmo parlare secondo te?

- Più che parlare, secondo me sarebbe più opportuno: “fare.”

- Dove vorresti arrivare?… Vittorio, per favore, ferma queste mani: stai scendendo troppo in basso!

- Forse e lì che voleva andare l’uccellin della comare!

- Bloccalo quest’uccellino, se no mi costringi, ah, ah, tagliargli le ali.

- Metaforicamente?

- Nessuna metafora. Non sono le tue mani che cercano di entrare nelle mie mutande, o sbaglio? Non mi dire adesso che oltre ad oncologo e cardiologo sei anche ginecologo?

- Non lo so chi sono, so solo quello che vorrei essere e dove vorrei essere. Ti ho detto prima che un bacio è comprensivo di tutto, e che non sono io che comando le mie mani. In amore si sa da dove si parte, ma non si sa dove si arriva! Sono i sensi che ti dicono quello che devi fare in ogni momento.

- Lo so io chi sei: uno sporcaccione! però si dà il caso che anche i sensi miei mi dicono in ogni istante cosa devo fare, e in questo momento mi dicono di scacciare l’intrusa. Sto pensando che forse era meglio se ti portavo a prendere un caffè!

- Eleonora, tu sei una che cerca la purezza tenendo lontano le tentazioni?
Anche Gesù si fece tentare dal demonio… e per quaranta giorni.

- Io cerco solo di limitare i danni… senza limiti di tempo.

- Eleonora, ti prego, non trattenere le mie mani… mi fai sentire come un ragazzino che sta rubando la marmellata... forse “lei” non si sente bene?

- Lei, sta meglio di me e di te, ma se ogni volta mi lasciassi trasportare, e m’intenerissi del povero bambino lasciandogli rubare un po’ di marmellata, non sarei quella che sono!

- Eleonora, siamo in un’epoca ed hai un’età che neanche il Papa, o Gesù Cristo in persona, considererebbe peccato perdere la verginità?

- Io non chiederei mai consigli, o permessi al Papa e neppure a Gesù Cristo: “sono pur sempre maschi.”
Per una questione così delicata, la mia interlocutrice principe sarebbe la Madonna, ma in questo caso specifico, l’età e la religione non c’entrano niente con la mia decisione. So io quando sarà il momento… Vittorio sento una cosa dura che mi vibra in mezzo alle gambe…

- Lo sento anch’io… è solo il cellulare che ho dimenticato acceso e mi suona nella tasca dei pantaloni… Ma tu guarda la sfortuna: Ti ho incontrata perché il telefono non squillava mai e si mette a suonare nel momento meno opportuno… proprio adesso che l’ultima cosa che vorrei fare è rispondere ad un telefono!

- Rispondi! Proprio il fatto che non suona mai dovrebbe farti capire che può essere una cosa urgente e importante.

- E' vero! Pronto!... ma va a fare in culo, tu e chi ti ha comandato a romper le scatole alla gente!

- Come sei volgare Vittorio... così tratti la gente?

- Vorrei vedere te!

- Tu lo sai già come sono gentile per telefono, quindi non devi vedere niente!

- Quando lavori è vero... se lo sapevo facevo rispondere te per vedere come ti saresti comportata!

- Certamente meglio di te... si può sapere chi era?

- Era uno stronzo che voleva sapere se ho l’aria condizionata. Se lo avessi tra le mani gli torcerei l’osso del collo!

- Oltre a volgare adesso sei pure violento. Era qualche poverino che si guadagnava la giornata facendo queste interviste per conto di qualche padroncino. Anch'io quando andavo ancora a scuola ho iniziato a guadagnare qualcosa telefonando alla gente... specie nelle ore di pranzo e serali, quando tutti sono in casa, cercando di vendere scope elettriche.


- Allora tu lo avresti compreso e non lo avresti mandato da nessuna parte?


- Certo... anzi forse lo avrei ringraziato per aver interrotta questa spirale viziosa che chissà dove ci avrebbe portati.


- Dove ci avrebbe portati? Siamo in un ristorante coperti appena da un separé di stoffa, mezzo aperto e mezzo chiuso.


- Ho visto dove sei arrivato... e meno male che il separé era mezzo aperto.


- Vieni qui, cerchiamo di riannodare i fili.


- Attenzione a non farmi pendere la scossa!


- Sono isolante.


- forse volevi dire: "Isolato."


- Che fai: vuoi infierire?


- No, scusa. Vittorio, vuoi ridere? Io sentendo quella vibrazione… ho pensato… che tu eri una persona speciale…

- Magari!… forse magari riuscirei pure a farlo vibrare, ma a squillare mai.
 Eleonora, ti piacciono i bambini?

- Ti sembra il momento più opportuno di mettere in cantiere un argomento del genere?

- E’ Tabù?

- Proprio così! Un po’ di marmellata oggi, un po’ di marmellata domani, un colpettino di qua, un colpettino di là, e Ta - Bù… e ti ritrovi incinta.

- Eleonora, degli anticoncezionali: ne abbiamo già parlato, che esistono per: “prima, durante e dopo”, la mia era una domanda seria prescindendo dall’atto.

- Allora prescindendo, ti rispondo che mi piacciono: A quale donna non piacciono i bambini? Ma perché mi vieni a fare questa domanda in questo momento cruciale? Non vedi che fatica sto facendo per tenere a bada questa piovra che infila i suoi tentacoli in tutte le direzioni?
Non faccio il tempo a fermare uno davanti che già me ne ritrovo un altro di dietro!

- A me piacerebbe tanto avere un figlio, ma ogni volta che lo penso mi vengono in mente i “Rotoloni Regina” che mi fanno cambiare idea.

- Sei strano per davvero sai? Per fare un figlio per prima cosa dovresti avere la materia prima: che tu non hai. Per seconda: non ho mai sentito paragonare un figlio ad un rotolo di carta igienica…

- Mi offendi Eleonora! Come fai a dire, non conoscendomi ancora, che io non sono in possesso della materia prima occorrente?

- Io innanzitutto sono una persona educata e non mi sarei mai permesso di pensare alle cose indecenti che pensi tu. Guarda che io per materia prima intendevo una donna tutta tua con cui condividere un figlio!

- La sto cercando con il lanternino…

- Con la tua età chissà quanti stoppini hai consumato?

- Quale età, prego?

- Già dimenticavo che sto parlando con un ragazzino senza età... che però al momento opportuno sa cosa fare.

- Anche Eva non sapeva cosa fare… ma ci ha messo pochi minuti a capire quel ciondolo che portava appeso Adamo dove andava messo.

- Perché parli di Eva e non di Adamo?

- Eleonora, senza scherzi, questo è l’ultimo stoppino e speriamo, come diceva il grande Manfredi: “Fusse che fusse la volta buona!”

- E i figli con la carta igienica?

- Eleonora: “I figli so’ piezz’ ‘e core.” L’accostamento è dovuto alla pubblicità che fanno in televisione, che uno è un rotolo normale e dura poco, mentre l’altro è un rotolone regina e dura molto più a lungo. La sintesi è che avendo io un figlio "Rotolone Regina" a questa età… sarei costretto, non per mia volontà, a lasciarlo quando è ancora piccolo.

- La vita riserva molte sorprese, ma tu non hai pensato anche alla povera vedovella?

- Sono vissuto abbastanza per vedere con i miei occhi, le povere vedove come si consolano, per essere bravo, ad un anno dalla morte del marito!

- Lasciamo stare. Vittorio, con l’età che hai tu, quando muori, tuo figlio sarà già bello e sposato e avrà avuto pure il tempo di darti dei nipoti.

- Veramente?

- Certo, parlando di vita media è così… ma tu che cazzo di argomento vai a mettere in mezzo… mi stai facendo raffreddare… attento che chiudo bottega!

- No, no, ti prego, non chiudere niente, se no mi costringi a fartela riaprire!

- Anche con la violenza?

- La violenza, già per sé stessa è un peccato grave, ma la violenza sulle donne la trovo una cosa inammissibile!
Eleonora, mi sento come se fossi all’interno di una favola e avessi incontrato una fata. Questa è una serata magica, ma ho paura di svegliarmi e accorgermi di aver fatto solo un bel sogno e di…

- Tornare da una Crociera Costa?

- No, di non aver fatto un goal nell’ultimo minuto di recupero, ma di averlo subito!

- Io invece sono sicura di riuscire a parare tutti gli attacchi che mi arrivano, e nonostante ciò, ho paura degli autogol.

- Meno male! E’ più bello misurarsi con una che non è infallibile. Pure Achille era immortale, ma aveva il suo punto debole nel tallone: Il tuo dove sta Eleonora?

- Se te lo dicessi farei la stessa fine che fece Sansone con Dalila.

- Non fa niente: “ Disse il pappice alla noce dammi il tempo che ti spertoso.”

- Ho capito quello che hai detto nel tuo dialetto: è questo il tuo intento: spertosarmi? Allora quando parlavi del figlio, intendevi solo dell’atto di farlo?

- Eleonora è un proverbio che ho citato!

- Però c’era dentro un’allusione?

- Nessuna allusione. Ho fatto anche una premessa: “prescindendo dall’atto.”
Errata corrige: “Disse il pappice alla noce: dammi tempo.”

- Finisce cosi? Tempo per che cosa?

- Tempo per dimostrarti tutto il mio amore.

- Va bene! Accetto la modifica e la sottolineo con matita blu anziché rossa.

- Grazie. Eleonora. Io sono frastornato, svegliami dal sogno per favore e dimmi noi chi siamo ora e cosa saremo domani?

- Siamo due persone che vorrebbero continuare a baciarsi all’infinito e che invece il buon senso gli ha suggerito di darsi un ultimo bacio e poi di mettersi a sedere ognuno al proprio posto.

- Eleonora, hai un freno a mano formidabile. Se non ti avessi creduta, ora dovrei crederci per forza alla faccenda della pecora e dell’olio d’oliva. Io dopo tante volte che le locomotive si sono cozzate non riuscirei a fermarmi neppure sulle barriere poste ad ogni stazione capolinea!

- Eppure ti sei fermato!

- Per forza?

- Per forza o per ragione.

- Eleonora, la vita è fatta di giorni, ore, minuti e secondi, ed io ti posso assicurare che nessun secondo di questi ultimi lo scambierei con uno o cento o mille del passato. Eleonora, tu hai scombussolato la mia vita!

- Hai usato un brutto termine, ma io ti capisco lo stesso, perché anch’io sono nelle tue stesse condizioni. Io sono partita per buttare un salvagente ad una persona che ne aveva bisogno ed ora mi trovo coinvolta in una cosa, piacevole, senza alcun dubbio, ma non so come uscirne.

- Perché vorresti uscirne?

- Uscirne, non significa abbandonare la nave come i sorci in un naufragio e fare annegare chi volevi aiutare, ma capire se la cosa può proseguire e in che modo.
Da quanto ho potuto capire, noi da parecchio tempo siamo due “sans sex” e io penso che ci vorrà un po’ di tempo per decifrare questa serata: capire se è stata l’astinenza o altro a farci comportare come se fossimo due innamorati in vena di coccole.

- Io mi sono innamorato di te già da prima che c’incontrassimo perciò non è questo il mio caso, nonostante esista un proverbio napoletano, un po’ sconcio, che si confà con le tue parole: “ ‘A capa ‘e sotto fa perdere ‘a capa â capa ‘e coppa.”

- Vedi che avevo ragione io, che bisogna aspettare?

- Eleonora, se aspettiamo un altro poco mi faccio nei calzoni!

- Sei, diciamo un po’ più grande di me, ma non così vecchio da farti nei pantaloni? Anch’io ho voglia di andare in bagno, però riesco a trattenerla egregiamente.

- Eleonora, o fai la scema, o sei scema per davvero, o sei veramente ingenua come una fanciulla nella prima adolescenza: io intendevo riferirmi a tutt’altra cosa che…

- Che se la tiro per le lunghe diventi vecchio per davvero?

- Vabbè, diciamo così come dici tu!… Eleonora… sento i brividi…

- I brividi? Forse è di nuovo il cellulare. Io sento che la tua mano scotta come un ferro da stiro e domani di certo mi troverò piena d’eritemi!

- Eleonora, se tu vorrai il modo lo troveremo. L’età non la posso cancellare, ma se ti desse noia la mia scorza, sarei anche disposto a fare un lifting: anche se a lungo andare l’età anagrafica esce fuori con prepotenza e mi farà diventare come un cane Cinese. Eleonora, anche a costo di essere ripetitivo ti rifaccio la unica domanda che mi sta molto a cuore e la cui risposta modificherà tutto il mio futuro!

- Accidenti! E’ una grossa gatta da pelare che mi dai? Dai, sputa fuori!

- Ieri eravamo due sconosciuti, qualche ora fa eravamo due conoscenti, adesso siamo… due amici: domani che saremo?

- Ancora? Invece di una risposta ti rispondo con una domanda: Ma tu non sai vivere solo con l’oggi o col minuto o secondo come dicevi prima?
Mi sembri un Taroccaro, uno Sciamano, o un mago nostrano, che sta sempre a leggere nella sfera di cristallo cercando d’interrogare il futuro… Datti una smossa, per favore!

- E’ giusta la tua constatazione, ma io per essere felice oggi, ho bisogno di avere una certezza per il domani, perché… perché non voglio perderti!
Eleonora, darò a tuo padre, come quel Cinese della serie televisiva: “Alla conquista del West” cento, mille pani dolci per consolarlo della tua perdita...

- Mio padre si consola con i cannoli, ma visto che sei napoletano dagli le sfogliate: gli piacciono di più le frolle che le ricce…
A me sembra che si siano invertite le parti, o sbaglio? Dapprincipio, non ero io che volevo una certezza per il futuro?

- Non ricordo: senza questa risposta sono incapace d’intendere e di volere!

- Da come muovi le mani, non mi sembri una persona che ha perso la memoria? però se basta questa risposta per farti rinsavire, ti dirò che adesso siamo due amici che si toccano e si baciano, ma ti pregherei di non correre troppo… Vittorio, non voglio ancora che arrivi domani. Voglio vivere questa sera e farla durare il più a lungo possibile…

- E poi domani?

- E poi domani si vedrà: se son rose fioriranno!

Fine V capitolo  

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